Facebook, lettera aperta agli amici ipocriti

Fra le varie mail che ricevo, a volte ne scelgo alcune per tentare di fornire qualche risposta. In questo caso, pubblico una singolare testimonianza che non ha bisogno di risposte. Il personaggio lo chiameremo Alessandro (ma non è il suo vero nome). << Cari amici, caro facebook, care banche italiane. Mi ritrovo a scrivere dopo molto tempo, forse porto con me anche un pò di rancore. Scrivo dopo aver letto la storia di due ragazzi che sono  dovuti andare all'estero per  realizzare il loro grande progetto, e racconto la mia. Grazie a facebook ho compreso cosa significa essere popolare, prima di tutto ricco e poi popolare. Questa è la mia storia e solo la mia. Se avete un po di tempo, fermatevi a leggerla.

Oggi ho 35 anni, al tempo dei fatti di cui scrivo ne avevo 32. Ho sempre lavorato, con contratti regolari e anche senza contratto: non me ne vergogno, avevo bisogno di guadagnare.

Pur avendo studiato - diploma scuola superiore - non ho mai trovato il lavoro per cui avevo impiegato

anni di sacrificio per andare a scuola e lavorare contemporaneamente.

A 20 anni ho deciso di aprire la mia piccola azienda, installazione e riparazione di computer e software; un laboratorio tutto mio, era il mio sogno da sempre.

Ma non avevo fatto i conti con la realtà. 15 anni fa non esistevano sovvenzioni da parte dello Stato, forse non ci sono nemmeno oggi. Decisi di chiedere un prestito, per acquistare gli apparecchi elettronici che mi occorrevano e per pagare l'affitto del laboratorio.

Nulla di fatto. In Italia, se hai i soldi allora te ne danno altri. Ma se non hai uno stipendio fisso (che le Banche chiamano "Garanzie") allora devi arrangiarti.

Lavoravo saltuariamente per una azienda di elettronica e computer, a Roma. Mi pagavano anche discretamente, ma come ho detto prima, era un lavoro saltuario; Io volevo aprire il mio laboratorio.

Mi sposo, nasce il primo figlio ed io ero ancora senza un posto di lavoro fisso. Decido di farmi assumere dall'azienda per la quale facevo - saltuariamente - dei lavoretti nel campo dell'informatica. Bene! posto fisso (o quasi) e posso pensare alla famiglia.

Ma ho dovuto rinunciare al mio sogno. Poco importa, prima la famiglia e poi il resto.

In tutto questo, gli amici non mi hanno mai dato una mano. Vivevo un periodo difficile, e tutti quelli che avevo sempre aiutato - gratuitamente - erano scomparsi. Per molti anni non ho più sentito e rivisto i "vecchi amici di un tempo". Mi avevano lasciato solo, tutti.

Un bel giorno - un po per curiosità, un po per lavoro - decido di creare il mio profilo su facebook. Faccio una ricerca e trovo molti di quegli amici e amiche ai quali avevo sempre dato aiuto e sostegno, anche morale.

Inizio a contattarli, chiedendo "l'amicizia" su facebook: "Ciao, sono Alessandro, ti ricordi di me? è da tanto che non ci sentiamo e vorrei riallacciare i rapporti con tutti i miei vecchi amici".  Nessuna Risposta. Allora penso: forse non si ricordano di me, strano...; Mando loro un nuovo messaggio, convinto - da buon ottimista - che il primo non avesse raggiunto i destinatari.

Dopo una settimana mi arriva una risposta (senza nessuna accettazione di amicizia), da Marco, amico d'infanzia al quale avevo più volte risolto problemi, sul suo computer e anche con la sua ragazza , e mi scrive: "Caro Alessandro, è da tanto che non ci sentiamo. Spero che tu stia bene. Non accetto amicizie su facebook a meno che non siano colleghi di lavoro. Ciao e in bocca al lupo."

In bocca al lupo? Ma per cosa?: Non ho chiesto nulla e... vuoi vedere che sanno della mia ricerca per un nuovo posto di lavoro?

Dopo un giorno, arriva una nuova risposta, da Marta che è sempre stata molto gentile con me: " Ciao Ale, come avrai visto dal mio profilo, sono in contatto con tutti gli altri. Ma devo dirti che molti sono convinti che tu voglia riallacciare i rapporti per chiedere un aiuto economico, questa è la verità. Mi dispiace ma non posso aggiungerti alla lista di amici, altrimenti rischierei di essere allontanta da tutti".

Che cosa? hanno comunicato tra loro per mettermi al bando anche su facebook!

Potete immaginare la mia delusione? è indescrivibile e la porto con me ancora oggi. Abbandono l'idea di riallacciare i rapporti di amicizia, con molta delusione nel cuore. Non volevo il loro aiuto economico, non avrei mai chiesto nulla.

Su facebook avevo 12 amici, conosciuti per caso quì e là. 12 persone sincere con le quali scambiavo quattro "chiacchiere". Intanto continuavo a lavorare per la stessa azienda di sempre, fortunatamente, e mi prendevo cura della famiglia.

Un Lunedi, a Gennaio, un giorno come tanti; esco per un lavoro che mi porta nelle terre della bellissima Campania. Pioveva e per strada si vedeva poco : mi fermo a prendere un caffè, qui lo fanno buono.

Pago un caffè, dei fazzoletti di carta e un gratta e vinci da 5 euro; esco e riparto per la mia destinazione. A lavoro ultimato torno a casa, nella periferia di Roma. Che bello, ero a casa dopo una lunga giornata passata in auto e presso alcuni clienti "molto esigenti".

Dopo cena, un po di tv e tutti a dormire, ma non io. Devo scrivere il rapportino delle attività giornaliere, da inviare per e-mail alla mia azienda. Compiti terminati! finalmente a letto.

Mi ricordo del gratte e vinci, prendo una moneta e inizio a "carteggiare" quel biglietto di speranza, ma non ci avevo mai creduto. Mi esce un numero corrispondente a quelli vincenti, proprio il numero 12. Bene, penso fra mè, ho ripreso i miei 5 euretti. Gratto l'importo e... inizio a tremare, si appanna la vista e non ho capito più nulla, vi assicuro che ero fuori di testa. Chiamo mia moglie che arriva un po infreddolita e assonnata, pantofole invernali ed un maglione sul pigiamone di flanella: "cosa succede? ti senti male?;" No, no... è che... siediti e aiutami a leggere, guarda questo biglietto, è vincente vero?; e lei: Ma Sì! e guarda quanti sono!; calma, calma...

Avevo vinto una somma enorme (almeno per me e per la mia famiglia), potevo licenziarmi e aprire il mio laboratorio oppure tentare altre strade, ma le cose erano cambiate!

Non vi racconto il calvario dell'attesa prima di ricevere il premio, ma devo essere sincero: la banca mi ha rassicurato e mi ha proposto un prestito (quello negatomi quando ne avevo bisogno), non ho accettato. I soldi sono arrivati in breve tempo e da lì inizia una nuova vita.

Vi domanderete cosa c'entra la mia fortuna con facebook, adesso ve lo dico.
Fra i 12 amici che avevo conosciuto - quando ero solo - c'era anche Fattore Zero (questo è il suo alias), amico di "penna" e di discorsi tecnici, ma non solo. Proprio con lui avevo parlato della mia storia e del mio lavoro; ma sino ad oggi, mai della mia vincita.

Dopo qualche giorno dalla Benedetta vincita, riaccedo al mio profilo su facebook e vedo 15 richieste di amicizia in attesa, 15 messaggi dai miei vecchi amici: Ma cosa è successo? strano...

Due giorni dopo, altre richieste di amicizia, e altri messaggi, e altre e-mail. Qualcosa non va, si sono pentiti proprio ora che sto creando il mio futuro?

Presto detto, la mia vecchia "amica" Marta aveva saputo del mio licenziamento, della mia nuova attività e quindi del mio primo nuovo patrimonio. Era partito il passaparola:  Inviti a cene, rappresentazioni locali, eventi mondani e moto altro ancora. Cavolo, i soldi non danno la felicità? credo che contribuiscano molto, oggi posso confermarlo.

Facebook, il mio profilo ha raggiunto il limite dei 5000 "amici", ho creato il Bis. Adesso mi basta un cenno e ricevo risposte, commenti e partecipazioni anche alle richieste più sciocche, ad esempio: "sono a Roma, un ristorante giapponese?" e giù consigli di ogni sorta.

Questa è una storia vera, è la mia storia: ho cambiato, volutamente, alcuni particolari per evitare di offendere qualcuno e di farmi una pubblicità che non mi occorre.

I mie vecchi amici? Non sono fra gli amici di facebook!

Voglio solo dirvi di non perdere mai la speranza, può sempre arrivare la vostra rivincita!


p.s. Fattore Zero (lui, non l'alias ;) ) è un mio vero amico, Grazie.
p.p.s. Abbraccio mio figlio e mia moglie, che mi sono sempre stati accanto, in ogni momento della mia vita.

Un saluto a tutti da Alessandro ( ma non è il mio vero nome)  >>