Social Killer - Anteprima Secondo Paragrafo

Per l'evento mediatico (Categoria Libri) Social Killer, Vito Di Bari regala il secondo paragrafo in Anteprima agli Amici di Fattore Zero. Ricordiamo che in Italia è partito il primo thriller gratuito su multipiattaforma, SOCIAL KILLER ( di cui ho scritto nei post precedenti ).  Nel seguito di questo post vi indico tutte le informazioni inerenti questo evento innovativo a livello internazionale e italiano.
Adesso leggiamo l'anteprima del secondo paragrafo! (sarà disponibile domani per il download)
Ecco le informazioni relative al network di Social Killer:

1) link al sito del social: datebook.it
2) link alla pagina facebook ufficiale dell'ideatore e scrittore Vito Di Bari: FB Vito Di Bari
3) App disponibile su iTunes ( scaricatela per leggere tutto il thriller ) - categoria Libri


immagine scherzosa di Vito e datebook che ricorda Zuch e Facebook


SOCIAL KILLER
Un romanzo di Vito Di Bari


2. Luca Altieri
Sposto una pila di libri dalla scrivania e mi resta in mano una cartella bianca con l'intestazione Dipartimento di Medicina Legale. Contiene i referti di giovani donne. Morte.
Quella cartella è indirizzata a me, ed è fuori luogo sulla mia scrivania.
Mi chiamo Luca e sono professore di Scienze del Comportamento al Corso di Laurea di Giurisprudenza dell'Università Bocconi. Sono un antropologo, scrivo libri e articoli su riviste scientifiche, faccio qualche conferenza. Sono quello che definireste un intellettuale, e non mi occupo di ragazze morte.
Passo il fascicolo da una mano all'altra, ho la tentazione di aprirlo ma non lo faccio. So bene cosa c'è lì dentro, ho già letto un mese fa tutto quello che mi interessava sapere. Questo fascicolo non ha più niente da dirmi, e infatti l’avevo dimenticato. Ma come capita alle cose dimenticate, è intriso di ricordi.
Brutti” mi dico “ricordi molto brutti
Eppure mi accorgo di ripensare a quei giorni con nostalgia, e questo non mi piace. Allora scaccio la nostalgia e mi rimane la noia di un presente immutabile. Quella brutta storia mi ha fatto venire voglia di una vita diversa, ma alla fine sono tornato alla mia solita routine.
Prendo il fascicolo e mi vado a sedere sulla mia poltrona preferita. Quella comoda, di fianco alla finestra. Inizio a sfogliarlo. Non ci sono solo i referti, ci ho infilato anche le foto delle ragazze e qualche ritaglio di giornale, i miei appunti e due memorandum che avevo scritto per riordinare le idee. I ricordi mi si riaffacciano alla mente come flash, immagini perse nella memoria. Vedo volti, luoghi, persone. Provo rabbia, dolore, frustrazione ma sento anche scorrermi dentro l'adrenalina della caccia. L'istinto che ci portiamo nei geni e che ci riporta ai primordi. Anch'io sono stato a caccia, di un predatore. E quel predatore era a caccia di ragazze da uccidere. È questo che mi manca di quei giorni passati, l'adrenalina che mi dava sentirmi parte della caccia. Dalla parte dei giusti. È tutta qui la nostalgia che provo oggi per quella storia, mi dico.
È stata la storia di Chiara, una studentessa universitaria del primo anno, e di Marco, il ragazzo che amava. Ma anche la storia di Deborah, la sua migliora amica. Una ragazza diversa da lei, che non frequentava i coetanei ma cercava l'amicizia di uomini di successo, come Carlo, un manager della moda. O come Alex e Giorgio, gli amici di Carlo, il primo affermato chirurgo estetico e il secondo analista finanziario d'assalto. È la storia di tre studenti che incrociano una Milano di quarantenni rampanti e di modelle bellissime, come Abigail e Rosy Linn. Ed è la storia di Alice, Virginia e Annamaria, tre affascinanti giovani donne. Alice era una modella ed è poi diventata la direttrice dell'agenzia Milano International Models; Virginia era l'ex moglie del tycoon della finanza Alfio Contrassi; e Annamaria, sua amica da sempre, era una famosa giornalista di costume.
L'università, la moda, la finanza, l'editoria. Quattro mondi così diversi ma tutti così tipicamente  milanesi, che si sono intrecciati nelle due frenetiche settimane durante le quali ho collaborato con la polizia criminale di Milano. Con il comandante Baroni, il tenente Calducci e il maresciallo Tirone. Mi mancano, devo dirlo. Ma allora non era così. All’epoca in cui accadevano questi fatti volevo soltanto uscirne al più presto, tornare alla mia routine di professore universitario e di studioso. A quella vita che un tempo trovavo così meravigliosamente prevedibile e che ora mi sembra solo monotona. In quelle due settimane abbiamo dato la caccia a un serial killer. Quanto di più lontano possa esserci dalla mia vita di allora. E da quella di adesso, se è per questo.  
Poso il fascicolo sulle gambe, lo guardo. Graffettato sulla copertina c'è un ritaglio del “Corriere della Sera”  sul ritaglio la foto di una ragazza, di un ragazzo e di un uomo.
Quell'uomo diceva di chiamarsi Trino. Chiudo il fascicolo, ma i ricordi restano.

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