Fecondazione artificiale, lettera aperta ad un'Italia distratta

Chiara, 28 anni di Milano, sposata, ma senza figli: <<Cari Tutti, in tema di fecondazione assistita il nostro Paese è veramente fuori dagli schemi. Sto pensando di andare in Brasile per realizzare il mio sogno, sono delusa dalla burocrazia italiana e dalla mentalità distorta dei nostri governanti. In tutto questo c'entra molto il volere degli ecclesiastici, ma io non voglio soffrire a causa di queste ingiustizie.>>
Fattore Zero: "l’Impero, spesso distratto in altre guerre... non poteva, da sé, difender meglio il resto (Manzoni)".
La lettera di Chiara ha un continuo, ma voglio catturare la vostra attenzione sulle prime parole che Lei ha scritto.

Ritengo, che sia già molto importante leggere attentamente quelle poche righe, che aprono questo post ed un mondo completamente nuovo, oppure che ci lasciano impassibili. Le impressioni sono sempre soggettive e meritano sempre e comunque il dovuto rispetto.


Robert Edwards
, premio Nobel 2010 per la Medicina. Il primo essere umano nato con la tecnica FIVET (Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer) è Louise Brown, nata a Londra il 25 luglio 1978.


fonte: La Stampa
L’eventuale conservazione degli embrioni in eccesso viene effettuata congelandoli a 196 gradi centigradi sotto lo zero (crioconservazione), con uso di azoto liquido. In Italia queste tematiche sono regolate dalla legge 40 del 2004, che continua a suscitare un acceso dibattito tra sostenitori e oppositori della legge. In particolare, le critiche si concentrano sulle limitazioni che, sulla base di considerazioni mediche ed etiche, ha introdotto la legge. Prima della sentenza della Corte Costituzionale 151/2009, ad esempio, non era consentita la produzioni di embrioni in numero superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, e comunque non superiore a tre. La Corte Costituzionale ha poi dichiarato costituzionalmente illegittimo l’art. 14, comma 2, della legge 19 febbraio 2004, n. 40 limitatamente alle parole «ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre». Secondo molti medici ed associazioni, questo di fatto «liberalizza» la produzione di embrioni. È inoltre vietata la crioconservazione (tranne in casi non prevedibili al momento della fecondazione), il che ha portato a dover impiantare gli oviciti contemporaneamente, portando a un sensibile aumento delle gravidanze plurigemellari, la soppressione di embrioni, la diagnosi pre-impianto dell’embrione e la fecondazione eterologa.

alcuni gruppi su facebook:


Un video sulla tecnica di fecondazione artificiale

Voi, cosa ne pensate? Cosa comunichiamo a Chiara?